LINUS PAULING ED IL SUO SOGNO
I sogni portano sulla strada della loro realizzazione e si compiono. Linus Pauling in un'intervista del 1990 (*) dichiarava del suo sogno di bambino di imparare sul mondo e sull'universo, di scoprire nuove cose. Quel sogno che lui seppe nutrire gli valse il Premio Nobel per la chimica nel 1954 ed il Premio Nobel per la pace nel 1962. Nell'intervista racconta del suo metodo di porsi sempre domande, a cui trovò le risposte che lo fecero diventare uno dei chimici più importanti nella storia, nonché uno dei più influenti scienziati del XX secolo, ma non si fermó alla scienza, andò oltre, alla questione della pace. La sua curiosità scientifica ed il suo amore per
la scienza e per il prossimo bastarono a mostrargli la strada, nonostante alla sua tenera età perse il padre e la sua famiglia ebbe difficoltà finanziarie. Incarnó fin da bambino il suo ideale e lo coltivó con dedizione, ponendosi sempre obiettivi molto ambiti e difficili in campo scientifico, non si pose dubbi, seguì la sua passione e la strada si mostrò davanti a lui. Raggiunse i suoi obiettivi perché credeva di potere.
Ho tratto da quell'intervista alcuni passi che dipingono il pensiero di Pauling ed illustrano con sue parole l'ideale con cui si identificò e che diede forma alla sua vita.
Sulla sua infanzia e giovinezza dice:
"Sviluppai presto una grande curiosità circa la natura del mondo, la natura dell'universo. Così, come il tempo passava, diventavo sempre più interessato ad imparare di più leggendo sull'universo, il mondo, ma anche per scoprire cose nuove."
Raccontando della sua passione per la lettura, divorando enormi quantità di libri soprattutto di fantascienza, ricorda le storie di un ragazzo che aveva una genialità per la memorizzazione e veniva utilizzato per la ricostruzione tecnica di scenari, disse :
"Suppongo che mi identificai con lui, essere l'eroe, procurare la soluzione al problema"
Sulla competizione sosteneva:
"Se guardo indietro, e penso a ciò che faccio ora, é che ho sempre amato lavorare in una certa direzione scientifica che nessun altro usava, in modo da non dovere avere nessuna competizione."
Sulla sua intelligenza, racconta della sua dedizione ed amore per la scienza:
"Mi é stato chiesto sempre, "Com'é che ha fatto così tante scoperte? É più intelligente degli altri scienziati?" E la mia risposta é sempre stata che io sono sicuro che non sono più intelligente di altri scienziati. Non ho una precisa quotazione del mio quoziente intellettivo, ma dal momento che alcuni psicologi hanno detto che il mio q.i. é di circa 160, io riconosco che ci sono centomila o più persone negli Stati Uniti che hanno il q.i. più alto di quello. Così ho detto che io penso, penso molto, penso molto di più di quanto fa' l'altra gente, più degli altri scienziati. Cioé, per anni, quasi tutto il mio pensiero é stato sulla scienza ed i problemi scientifici a cui ero interessato."
Sulla sua filosofia di vita racconta la sua regola, indicando quanto l'attitudine a rendere migliori se stessi aiuta nell'incarnare quell'ideale:
"Io ho qualcosa che chiamo la mia Regola d'oro. Una cosa del genere: "Fai agli altri il venticinque percento in più di quello che aspetti che loro facciano a te. Il venticinque percento é per l'errore".
Alla domanda di quale impatto può avere un individuo sulla pace, rispose:
"Ciò che dico é che non dovreste pensare che i vostri sforzi, la vostra manifestazione, partecipazione alle marce di pace o scrivere lettere a membri del Comgresso o ai giornali locali, sono sforzi vani. Potete contribuire e non potete essere sicuri di quanto grande é il vostro contributo, ma potete contribuire, quindi fatelo."
Il peso di se stessi nella propria vita si comprende attraverso l'esperienza pratica, ma le prove di tale legame si possono anche notare nelle vite delle persone che hanno segnato la storia. La vita di Pauling somiglia a quella del Dott. Millikan, premio nobel per la fisica, citata nel mio libro 'Guida pratica per la realizzazione di ogni obiettivo', anch'essa ci mostra come egli seppe anticipare il suo futuro attraverso la sua affermazione di sè in un ideale elevato così da vincere uno stato di povertà e dare vita ad un destino di mutuo beneficio e ricchezza personale. Pauling rappresenta l'incarnazione dell'ideale che egli stesso illustra nella suddetta intervista. L'ideale che contemplava e voleva per se stesso era ben definito nella sua mente fin da bambino, gli obiettivi erano chiari, scienza e altruismo, la fiducia in sè e l'amore per essi fecero il resto. Incarnare un ideale è possederlo e possedere un ideale significa possedere il mondo della sua natura, ed a tale proposito mi viene in mente un'eloquente frase di Sant'Agostino che afferma che noi non possiamo cercare ciò che abbiamo già trovato. L'essere umano è un continuo divenire dei suoi propri ideali, pensa dalle premesse di ciò che crede e agisce di conseguenza, la sua vita è forgiata dal suo modo di essere e la comprensione di questo concetto è la chiave per la costruzione del suo proprio destino in modo consapevole. Chi sono consapevole di essere? Questa è la domanda che bisognerebbe sempre porsi per comprendere se stiamo creando il futuro desiderato. L'uomo è la sua consapevolezza, mai potrà dividersi da essa, e quella si manifesta nel suo mondo. Ognuno è artefice del proprio mondo attraverso il concetto di sè, per cui la mia esortazione è: credete solo in voi stessi!
"Quando un'anziana e distinta persona ti parla, ascoltala attentamente e con rispetto, ma non crederle. Non mettere mai la tua fiducia in niente altro se non il tuo proprio intelletto." (Linus Pauling)
(*)Intervista a Linus Pauling - Academy of Achievement - 11/11/1990.
Proprio in questi giorni sto leggendo il libro di Pauling, " Come vivere più alungo e sentirsi meglio" che è incentrato sulle sue teorie riguardanti la vitamina C. Un genio assoluto, un uomo da studiare
RispondiEliminaGrazie Antonio per avere letto il mio post e per il tuo commento, concordo con te, gli esempi di vite come quella di Pauling sono grande fonte di ispirazione.
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