LA STRANA VITA DI NIKOLA TESLA

"Il mio metodo é differente. Io non mi precipito nel lavoro reale. Quando ho un'idea, io inizio dapprima a costruirla nella mia immaginazione. Cambio la costruzione, faccio migliorie ed opero sull'apparato nella mia mente. É assolutamente immateriale per me sia far funzionare la mia turbina nel pensiero che testarla nel mio negozio. Noto persino se é fuori equilibrio. Non c'é differenza di sorta; i risultati sono gli stessi. In questo modo io posso rapidamente sviluppare e perfezionare un concetto senza toccare nulla. Quando sono arrivato a dare corpo nell'invenzione ad ogni possibile miglioria che io possa pensare e non vedere più nessun difetto, io do forma concreta al prodotto finale del mio cervello. Invariabilmente l'apparato funziona così come io ho concepito che succedesse, e l'esperimento diviene esattamente come io l'ho pianificato. In vent'anni non c'é stata una singola eccezione. Perché dovrebbe essere altrimenti?
L'ingegneria, elettrica e meccanica, é positiva nei risultati. C'é raramente un soggetto che non può essere esaminato di prima mano, dai dati teorici e pratici che sono disponibili. 
Tradurre in pratica un'idea come se fosse generalmente realizzata, é, io ritengo, niente altro che una perdita di energia, denaro e tempo." tratto da "La strana vita di Nikola Tesla" di Nikola Tesla.


Nella lettura dell'autobiografia di Nikola Tesla si carpisce il suo pensiero, lo spirito che lo animava, gli obiettivi e le sue credenze, e benché non si potrà mai entrare nel vivo della sua coscienza, questo scritto é grande prova del suo rapporto nei confronti della vita e del concetto di se stesso come essere umano e come inventore, ne esce il suo rapporto intimo con l'intero universo. Una connessione infinita quella con l'universo, involontaria ed incomprensibile negli episodi, che lo rendeva sensibile oltre misura nell'uso dei suoi cinque sensi, soprattutto l'udito, e preda di una fervida immaginazione, tanto era completamente assorbito nella comunicazione costante con la natura da cui sapeva poterne carpire gli aiuti ed i segreti, che ottenne per potere sfruttarla per i fini umani. Penso per mio parere, sia stata opera di sua madre, inventrice anch'essa, inculcare in Tesla una coscienza di confidenza nella natura, nelle sue leggi e nella forza e nel potere dell'uomo, tant'é che sono la figura di sua madre ed i suoi insegnamenti ad intervenire in suo supporto nei periodi in cui necessitava di un impulso creativo. Nikola Tesla seppe sfruttare la sua immaginazione che selvaggiamente si impadroniva di lui fin dalla tenera etá, arrivando ad addomesticarla per fungere da laboratorio per la ideazione, messa a punto e prova pratica delle sue invenzioni. Inconsapevolmente egli provò a se stesso il suo potere, esercitando la sua natura divina, quella della sua mente creatrice. Quando nella sua immaginazione si perdeva in altri mondi e conosceva altri personaggi persin di epoche differenti, egli credeva di vivere fenomeni straordinari che accadevano senza razionale spiegazione, non sapendo che entrava in contatto con l'eternità, ciò che ora é conosciuto come campo quantico, dove  spazio e tempo si annullano e tutto coesiste.

Se nell'immaginazione possiamo visitare luoghi lontani, tempi lontani ed incontrare gente mai vista, interagire con loro come Tesla fece,  dove sono spazio e tempo? Dove sono i limiti tra sogno e realtà? Eppure l'uomo sogna in continuazione, immagina in continuazione e non riconosce spesso che non vi può essere separazione tra sogno e realtà perché non può esserci separazione tra uomo e immaginazione. Tesla non credeva nei fenomeni psichici, finché capitò che alla morte di sua madre fu avvisato dell'accaduto tramite una visione e con quell'evento in lui si insinuò la questione di cosa fosse realmente la spiritualità,  e quell'evento risuonó a lungo nella sua mente. Egli non si rendeva conto che il sogno e le visioni, non sono altro che immaginazione e sono possibili perché tutto esiste nell'immaginazione e niente può stare fuori di essa e che l'uomo é l'immaginazione stessa.

L'immaginazione é sostanza, essa é tangibile alla mente e nella mente, e diventa materia per i nostri cinque sensi, così come il wireless di Tesla é ora un nostro strumento quotidiano di vita, di lavoro, di scambio e comunicazione. Ciò che fu dapprima nella sua mente alla fine dell'ottocento come idea, come proposito e come obiettivo, insieme alle soluzioni ed applicazioni che si sarebbero potute ottenere dal suo impiego, e che interamente egli vedeva ben delineate con precisione nella sua mente, oggi é un fatto compiuto nella pratica, é materia visibile nelle applicazioni che di quei pensieri se ne fa. Eppure gli dissero che non era fattibile, egli stesso scrive i nomi di chi gli disse che non si poteva attuare, che era impossibile. Tesla confessa nel suo libro che in lui sapeva che si poteva realizzare, egli 'vedeva' già definita la sua invenzione, ogni sua invenzione, e definiti gli usi della sua invenzione, ed egli aveva ragione a considerare possibile tutto ciò che immaginava e noi ora possiamo testimoniarlo toccando con mano tutti i giorni quelli che un tempo furono i suoi pensieri e oggi sono cose, insieme a tutti i relativi vantaggi per l'umanità, perché egli aveva sempre ben chiaro in mente un semplice concetto: la natura deve evolversi e l'uomo può comprendere direttamente dalla natura come fare ad evolvere se stesso. Il suo matrimonio con la natura, con la vita, era la forza propulsiva della sua attività inventiva e l'immaginazione era lo strumento con cui questa connessione si stabiliva e si concretizzava. La sua mente poteva vivere avanti nel tempo quando concepiva le soluzioni alle esigenze umane, per quanto fossero inconcepibili per i più,  tanto che egli stesso definisce immaturi i suoi tempi per la concezione del wireless, perché? Perché a differenza degli increduli, egli confidava nella fattibilità di ciò che la mente concepisce, considerandola creativa,  egli aveva testato che la sua immaginazione, senza comprenderne i motivi, era una realtà che permetteva di anticipare il futuro perché ogni idea poteva dar luce ad un apparato funzionante. Ciò che egli costruiva nella mente, egli sapeva di potere materializzare, quella era la sua primaria scoperta e quella fu la sua attrezzatura per portare a compimento ogni invenzione. Se era immaginabile e poi traducibile materialmente in un apparato funzionante esattamente come era stato concepito nella sua mente, dunque era attuabile, e così lasciandosi andare alle ispirazioni della sua mente, in costante abbandono  nella contemplazione della natura, egli inventava ed inventò ciò che ha implementato la vita quotidiana di tutta l'umanità, così come era nel suo scopo.  
Dal libro della Rivelazione e da un sonetto del Faust di Goethe arrivano due importanti ispirazioni per la soluzione di alcuni problemi tecnici delle sue invenzioni. Aperto alla mente universale dentro la sua immaginazione, egli confidava che le intuizioni sarebbero arrivate, non sapeva come, potevano arrivare da ogni fonte, la più impensabile, come un libro della Bibbia o il sonetto di un artista, l'importante era arrivassero ed egli confidava in ciò e restava aperto alla benevolenza dell'universo ed al suo linguaggio inaspettato e sicuro. Come egli racconta,  nella sua infanzia aveva imparato ad apprezzare "l'importanza dell'inestimabile valore dell'introspezione per la conservazione della vita, così anche come mezzo per il raggiungimento del successo", e scrive anche che  "molte persone sono così tanto assorbite nella contemplazione del mondo esterno che esse sono totalmente ignare di ciò che sta passando all'interno di se stesse". Fu questa connessione costante con se stesso a permettergli di sviluppare la connessione infinita con la sorgente inesauribile che é la vita e che dà la vita,  e riecheggia imponente la sua affermazione che "l'istinto é qualcosa che trascende la conoscenza", perché l'istinto interiore è il trait d'union con la vita pura ed infinita. La natura gli insegnò ad avere rispetto della natura, a non tentare di soggiogarla o imbrigliarla, ma di sfruttarla per i vantaggi più nobili dell'uomo ed egli fluì con lei. Il suo obiettivo era rendere migliore la vita dell'umanità ed in tale direzione apportare quegli sviluppi che avrebbero permesso all'uomo di vivere nella pace, eliminando la necessità di farsi guerra. Egli credeva innanzitutto che il compito dell'inventore fosse quello di contribuire allo sviluppo vitale dell'uomo, e che questo fosse possibile tramite l'opera del cervello creativo dell'uomo, ma egli affermava anche che il fine ultimo é 'la completa padronanza della mente sul mondo materiale'. Non so quanto Tesla avesse realizzato in se stesso dopo la lettura della Bibbia, non so quanto egli concepisse del suo potere immaginativo come manifestazione del creato in egli stesso, ma posso comprendere da ciò che scrive che egli confidava nella sua immaginazione e quella fede gli valse le scoperte che ha compiuto e che noi oggi sfruttiamo quotidianamente.

Nikola Tesla é l'esempio del valore di quanto l'assunzione é il tramite con cui si realizzano gli obiettivi e le assunzioni sono immaginazione. La sua vita prova anche che l'immaginazione é sostanza, che da essa ha origine la materia, sia come idea o ispirazione, che come forma, nonché dimostra che la materializzazione dell'immaginazione può avvenire tramite  un fattore operante che é la mente dell'uomo. Il suo esempio di vita dimostra che per raggiungere gli obiettivi é molto più produttivo dirigersi verso la scoperta di se stessi e coltivare la propria immaginazione piuttosto che focalizzarsi verso l'esterno e accanirsi nella lotta materiale. Sebbene tutto porti con sé un insegnamento, nella pratica rende di più coltivare un sogno che lottare materialmente contro il mondo e le difficoltà per realizzarlo, perché un sogno, o meglio un'assunzione ferma, hanno in se stessi la forza e gli strumenti per la loro auto-realizzazione. Tesla aveva trovato la fonte della vita ed in essa viveva dissetando la sua sete di conoscenza e quella sorgente infinitamente illimitata e benevola lo dissetava perché egli confidava in lei. Fu quel concetto di se stesso, quella ferma assunzione del suo ruolo di inventore a creare l'inventore e le sue invenzioni. Egli non era diverso da ogni altro uomo, ciò che fu la vita di Tesla può essere la vita di ognuno perché le facoltà di Tesla sono le stesse di ogni essere umano, bisogna avere coraggio e fiducia in se stessi e, senza lottare contro gli ostacoli, contemplare nell'immaginazione la mèta e quelle stesse forze universali che animavano Tesla possono essere risvegliate in ognuno.
Un esempio di fede incrollabile la vita di Tesla, quella fede nelle sue proprie capacità ed in quelle della vita di alimentare la scoperta, ciò che lo ispirò costantemente fin dalla sua infanzia.  Non aveva nemmeno compiuto i dieci anni di età che, affascinato dalle cascate del Niagara, disegnó nella sua immaginazione una grande ruota azionata dalle stesse e disse a suo zio che sarebbe andato in America a metterla in pratica. Quell'immagine prese corpo trent'anni dopo e fu esattamente come la immaginò, ed egli scrive di essere rimasto in quel momento "meravigliato dell'incomprensibile mistero della mente".

È nella fiducia in se stesso che l'uomo raggiunge la padronanza della propria mente e con essa quella del proprio destino diventandone un consapevole artefice. Soltanto quando egli raggiunge prova concreta e tangibile del suo potere mentale egli può essere padrone totale di se stesso, ma sono i sogni, i desideri, ad incendiare l'immaginazione dell'uomo ed attraverso i sogni egli nella sua immaginazione trasporta se stesso nella sua mèta e persistendo con fiducia in quell'assunzione egli la raggiunge perché non c'è forza che può contrastare la coscienza umana, 'ciò che un uomo é nel suo cuore, cosí egli é' sta scritto nella Bibbia ed é legge imperscrutabile, immodificabile ed eterna, la vita di Nikola Tesla é una delle tante testimonianze.

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"Quando l'inclinazione naturale si trasforma in un appassionato desiderio, 
uno avanza verso la propria meta con gli stivali delle sette leghe" 
(Nikola Tesla)