LA COSCIENZA: L'UNICO LIMITE DELL'UOMO

L'uomo è sempre imprigionato in se stesso, la sua crocifissione è nel corpo e nelle conseguenti limitazioni del corpo con la sua mente fatta di ragione. Egli è imprigionato nelle sue convinzioni, nelle sue paure, nei suoi pregiudizi, nei suoi ideali, nei suoi sogni. Lo stato mentale, psicologico in cui l'uomo vive, il suo concetto di se stesso, gli impone il ruolo che egli ha nel mondo e determina le circostanze della sua vita.
Non sono le situazioni a costringerlo ma è lui che mette se stesso nelle situazioni attraverso il suo stato psicologico e poi giudica a partire da esse.


L'abitudine ad identificarsi con quanto gli sta intorno può essere la sua condanna ma anche la sua liberazione, perchè solo il desiderio di evasione e la sensazione di identificarsi con un ideale differente, gli permetterà di evadere e mostrerà i modi per attuarlo. L'evasione è da se stessi, dalla prigione della propria identificazione con la realtà esterna, è la propria identificazione con la condizione osservata che 'reclude' un uomo. Una prigione fatta di sbarre o di limitazioni o di circostanze fisiche non differisce dalla prigione fatta di abitudini mentali con cui doversi continuamente confrontare.


L'uomo esprime se stesso attraverso le sue attitudini e nella nostra società contemporanea egli si rivolge sempre più all'esterno con mezzi che lo isolano da se stesso, portandolo a cercare all'esterno le risposte che può trovare solo dentro di sé dando attenzione alle sue attitudini.
Nella società attuale egli si apre al mondo con svariati strumenti di comunicazione, e nelle reti sociali cerca approvazione, condivisione e conforto per le sue condizioni, ma non si accorge che sta guardando in uno specchio e parlando a se stesso. Il giudizio che dà agli altri, alla sua stessa condizione ed il conforto che cerca negli altri, è ciò che la sua stessa coscienza gli impone, non potendo vedere niente altro che non sia contenuto nella sua coscienza. La prigionia sembra comunemente relegata a luoghi, come nel caso dei campi profughi o delle prigioni, o delle situazioni economiche, ma essa giace dentro l'uomo.
La prigionia delle abitudini, dei pregiudizi, delle condizioni umane è un fatto interiore e non un fatto esterno, va cercata dentro l'uomo e non fuori dove essa si manifesta in risultati. Vivere in un campo profughi non è ad esempio differente dal vivere in una società contemplata come 'civilizzata', il comfort non potrà mai dare all'uomo la libertà dello spirito. L'uomo si sente libero in una società che gli assicura ogni tipo di comfort, dall'acqua calda ai mezzi di trasporto, al cibo elaborato, e via discorrendo, e poi si rende schiavo delle stesse comodità che crea, cercando la consolazione degli altri lamentandosi del mondo esterno e delle condizioni in cui pensa che è costretto a vivere, ignorando le cause reali che hanno creato quelle costrizioni e che giacciono solo in lui.
Le condizioni dell'essere coesistono indisturbate perchè l'uomo le accetta come possibili. Ho tratto spunto da una mostra vista di recente a Torino, del fotografo Stefano Stranges sui campi profughi in India, dove nella medesima zona si assiste a situazioni di 'prigionia' dei campi contrapposte a vita 'libera' al di fuori, in zone sia ricche che povere del paese. Se osserviamo le immagini, ricche di dettagli e di atmosfere, troviamo che esse dipingono ad arte le difficili e sofferenti condizioni impresse, se ci fermiamo all'apparenza delle immagini, così tanto verosimilmente differenti dalla nostra condizione di vita occidentale, rimaniamo colpiti nell'animo determinando facilmente che quegli uomini imprigionati in campi isolati e comunemente non accessibili, sono esuli che cercano libertà, poichè l'essere umano è essere di abitudine e giudica tutto secondo il contenuto della propria coscienza quindi è comune meravigliarsi o indignarsi davanti alla loro condizione di vita a volte disumana, dove la libertà è privata. Ma abbandoniamo il giudizio che sorge osservando l'immagine, lasciamo il contenuto della nostra coscienza e spostiamoci ad osservare da un angolo vuoto di contenuti, imparziale, subito sorge chiedersi: 'in profondità cosa dà vita a quelle realtà?'.


Ogni condizione esterna è il frutto di una condizione psicologica. Se l'uomo, ogni uomo, accettasse in sé solo la situazione di libertà, la situazione di benessere e di felicità, non potrebbero esistere situazioni opposte. Eppure noi notiamo che in società come quella indiana, non unico esempio al mondo, c'è l'esistenza di campi profughi dove l'uomo vive da rifugiato, e contrapposti, abbiamo i ceti ricchi ed i ceti poveri, apparentemente 'liberi', ma liberi da cosa? La condizione di 'ricchezza' costituisce una meta d'élite (così considerata da molti) ma essi devono vivere scortati per paura dei briganti, quindi sono prigionieri della loro condizione, però coloro che li assalgono sono i prigionieri della condizione della povertà che lottando contro se stessi, contro lo specchio della loro situazione psicologica di essere poveri, trovano come unica strada possibile verso la ricchezza, quella del furto e dell'offesa verso chi ha saputo liberarsi dal proprio pregiudizio di essere povero ed ha trovato così i mezzi per essere ricco. L'uomo cerca di distruggere esternamente ciò che non riesce ad accettare internamente, che è ciò che testimonia la sua mancanza o il suo fallimento, ma facendo ciò si appropria dell'ideale che tenta di distruggere. Nei campi profughi si vede come le persone in cerca di libertà da un'oppressione 'politica' o 'religiosa' o 'sociale', si ritrovano poi ancora e di nuovo comunque prigionieri di una condizione da rifugiati, guardati a vista, in luoghi dove pur sempre si costruiscono una casa, ma la domanda spontanea che sorge è 'hanno realmente distrutto ciò che avevano intenzione di distruggere?'. A volte per entrare in questi campi profughi bisogna avere dei lascia-passare, come le autorizzazioni per entrare nelle carceri, in altre situazioni sono 'ghetti' all'interno di città 'libere', come durante la seconda guerra mondiale vi erano i ghetti ebraici, ma allora il problema non è relegato a quel momento storico.


Gli stati di coscienza non muoiono mai, solo attendono di essere incarnati e l'uomo non rendendosene conto, vi lotta contro, ma 'ciò a cui resisti, persiste', diceva Carl Jung, l'uomo diventa quindi vittima di se stesso. Tollerare l'esistenza di queste situazioni a livello individuale è lasciare che 'esistano' nella coscienza umana mondiale. Come ha ben individuato lo psichiatra Bert Hellinger con le sue 'Costellazioni familiari' ed ancor prima Jung con la sua 'coscienza collettiva' che si traduce nel pratico in 'archetipi' personali, esiste una mente diffusa, una mente che trattiene tutto ed in quella mente nulla cessa di esistere. Come la fisica quantistica dimostra, esiste un 'campo' in cui tutto esiste ed in cui tutto è compreso e questo è un campo di energia, è una materia pensante, in cui l'uomo è immerso ed essendone parte la usa e la usa pensando; attraverso la sua immaginazione egli dà forma ed estrae da essa ciò che poi vede con gli occhi fisici.Un uomo abituato a vedere se stesso in cattività, abituato alla cattività, nato in cattività, non può che vivere i frutti di quel concetto di sè. Però, lo stesso uomo, che si ri-sveglia da quel profondo sonno di dipendenza dall'esterno, può rendersi conto che la sua accettazione è del tutto personale di conseguenza può dare vita ad una nuova scelta, ma finchè non considera la possibilità che un ribaltamento è attuabile, senza intravederne i modi, egli non può attrarre a sé le idee e le ispirazioni che gli possono permettere di evadere, così lotta contro la sua condizione esterna, oppure la accetta giustificandola con argomenti sociali, economici, religiosi, storici o altro, ma così facendo la consolida. Trapiantato in una opposta migliore realtà, immerso nella medesima coscienza, replicherebbe le stesse condizioni di vita, come infatti capita quando molti esuli scappano da simili condizioni disagiate ed approdano in stati limitrofi più evoluti, più occidentali oppure anche solo in zone economicamente più floride dello stesso territorio. Soltanto 'entrando' dentro un archetipo, ossia entrando dentro una condizione psicologica, si può pensare da quell'angolazione ed intravedere un mondo in armonia con quella condizione psicologica, allora ecco che con quelle premesse arriveranno le ispirazioni e le idee che promuoveranno l'azione verso le vie di fuga; il mondo intorno si rimodella automaticamente trasportando l'uomo da una condizione visibile di prigionia ad una visibile di libertà, e ciò a prescindere dal luogo fisico e dalle condizioni limitanti in cui egli si trova in partenza. E le vie saranno accessibili perchè in questa mente collettiva di Jung, in questo campo quantico, esistono infinite possibilità tra cui l'uomo effettua le sue scelte ogni momento della sua vita.


Le Scritture ne danno una chiara dimostrazione chiamandolo Dio, ed oggi altri strumenti di studio ne danno conferma. Un'infinità di mondi paralleli, mondi dentro mondi, dentro mondi, un'infinita serie deterministica di possibilità, un'infinità di stati di coscienza, eterni ed immortali, tra cui scegliere, finchè però non avviene quella scelta, ossia un passaggio da una condizione interiore all'altra, l'uomo non può cambiare il suo mondo esterno, la lotta contro le circostanze è quindi vana.
L'uomo è la forza operante di questa trasformazione ed essa può avvenire solo dal suo interno, invece l'uomo è abituato alla percezione della realtà materiale come unica realtà, senza tenere conto che la materia è sempre e solo energia che vibra ad una velocità differente di quella del pensiero, è pertanto un differente livello del pensiero, un livello visibile agli occhi umani, ma l'origine della materia sta nel pensiero ed esso è visibile solo agli occhi della mente, l'unico strumento che riesce ad elaborare una velocità similmente alta di energia. Dunque se l'uomo attraverso il pensiero sceglie in sé il contenuto che poi vivrà e se quel contenuto è parte di una mente collettiva, per conseguenza l'uomo deve avere in sé il 'tutto' e contemporaneamente fare parte del 'tutto', questo 'tutto' nelle Scritture è Dio, dunque l'uomo contiene Dio ma è anche Dio.
L'uomo è pertanto una figura olografica, l'uomo è l'ologramma dell'infinito (come la fisica quantistica afferma), come il DNA è l'ologramma dell'uomo. Avendo in sè il tutto infinito, l'uomo ha totale potere sulla sua vita. Egli è il DNA di Dio, dell'universo, perchè è l'ologramma di Dio, dell'universo, come il DNA umano lo è dell'uomo. Studi del biologo Bruce Lipton hanno infatti determinato che il dna umano può essere modificato dall'uomo, è sotto il suo controllo, aprendo così la porta alle infinite possibilità di guarigione da ogni malattia anche quelle considerate incurabili, dissolvendo il concetto di malattia genetica, di limitazione genetica. La scoperta per Bruce Lipton ha aperto la porta dell'eresia, non verrà bruciato vivo come Giordano Bruno, ma non potrà più insegnare medicina perchè le sue scoperte non sono provabili dai comuni canoni medici ed è quindi stato bollato come eretico. D'altronde chi può mai provare qualcosa che è invisibile e che è legato così strettamente alla coscienza umana, alla spiritualità? Lipton lo ha fatto e continua a farlo, ma anche altri scienziati come Gregg Braden.


Ogni uomo può provarlo a se stesso, internamente, arrivando ad una realizzazione che trascende ogni prova scientifica e che dà certezza superiore. È un argomento talmente fluttuante quello della coscienza, poiché legato alla fluttuabilità della stessa coscienza. L'uomo, soprattutto di scienza, ha comunemente bisogno di prove e le cerca fuori, non entra in sé a trovarle ecco perchè fallisce nella prova e pur fallendo la rende vera. Queste scoperte danno facoltà e potere all'uomo di appropriarsi della propria vita, di potere decidere in proprio per sé ed agire in proprio per sé, senza dovere aspettare gli aiuti esterni, senza dovere diventare succube dell'idea di avere bisogno di fare parte di certi gruppi religiosi o politici o sociali, di certi standards sociali, di certi canoni che lo limitano e lo imprigionano molto di più delle limitazioni di un campo profughi o delle sbarre di un carcere, svincolato da ereditarietà e genealogie ormai inconsistenti. Questa è la vera identificazione dell'uomo con l'intero universo e le sue infinite possibilità, questa è la reale identificazione dell'uomo con Dio, non un'entità divina a cui inchinarsi, a cui rivolgersi in supplica nella speranza di ottenere favori, magari vincolati alla soddisfazione di certe condizioni come quelle di una vita santa o rituali esterni, ma piuttosto la libertà di svincolarsi da tutto ciò. Contando poi il profondo sentimento di amore incondizionato e comprensione che da ciò implicitamente scaturisce verso se stesso, i suoi simili e l'universo intero. Ma l'uomo che non è sveglio alla sua creativa natura immaginativa, alla sua vera essenza fatta di energia universale e per questo di potere, è un uomo che continua a 'dormire' pensando di essere sveglio. E' un uomo che cerca di dare senso alla sua prigionia mentale pur non vedendola, inventandosi regole, pregiudizi e canoni sociali da seguire per liberarsene, senza rendersi conto che così facendo si sta imprigionando ancor di più. L'identificazione con tale infinito potere, con quella divinità che tanti inneggiano ma non conoscono e considerano esterna all'uomo, diventa però spesso un concetto blasfemo, come diventa eresia indicare ciò che la medicina non vede o non vuole vedere. L'uomo nasce sempre in cattività, ovunque egli sia, a dispetto di ogni condizione, perchè egli nasce nel 'sonno' di se stesso, finchè non si sveglia e si accorge che sta sognando e da lì inizia la sua liberazione.



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Commenti

  1. Non ho mai letto un articolo cosí ben argomentato e articolato! Grazie...veramente grazie

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  2. Cara Ely, grazie per il tuo bel commento!

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Alcuni casi di successo:

Alcuni casi di successo:

P., imprenditore, voleva guadagnare un milione di euro, questa fu una sfida da parte sua perchè non credeva assolutamente che potesse essere possibile, eppure nel giro di un anno e mezzo accadde. Dopo tale manifestazione si è ricreduto e si è posto come obiettivo sei milioni di euro.

- Incremento di Fatturato -

P. aveva debiti per qualche decina di migliaia di euro, aveva subìto pignoramenti, perso il lavoro, e non vedeva via d'uscita a quella situazione perchè i creditori lo incalzavano. In tale situazione il suo matrimonio iniziava a barcollare anche perchè iniziò a deprimersi, non trovava più voglia di vivere, nè di lavorare, ed era caduto nella disperazione. Con l'uso delle legge della coscienza nel giro di tre mesi i suoi debiti furono spazzati letteralmente, lui ritrovò entusiasmo e potè ricominciare una nuova vita come desiderava.

- Eliminazione di debiti -

V. aveva perso interesse nella vita, senza lavoro, senza casa, senza motivazione, viveva passivamente e ospite di un amico dove dormiva sul suo divano. Era considerato pressappoco un fallimento. Dopo circa un anno dall'inizio di uso delle mie tecniche i risultati sono stati: V. ha iniziato a ricevere proposte di lavoro (è un artigiano) senza cercarle, tanto da arrivare ad avere una lista di attesa e dovere ingaggiare un aiutante. Ha preso casa e di bella metratura, non una precaria sistemazione. Il denaro fluisce abbondantemente nella sua vita e gli permette di coltivare anche le sue passioni. Ha implementato le sue relazioni familiari e recuperato autostima e stima altrui.

- Trasformazione globale di vita -

T., impiegato in un lavoro dipendente, aveva il desiderio di lavorare da casa almeno due giorni a settimana, ciò senza compromettere la sua posizione lavorativa, le sue mansioni, il suo stipendio, il suo contratto di lavoro con i relativi benefici. Tramite l'uso della legge della coscienza dopo due mesi circa, l'azienda per cui lavora gli comunicò di essere stato prescelto per un progetto di lavoro da casa da effettuarsi in due giorni a settimana, giorni di sua scelta. Successivamente ha manifestato di lavorare totalmente da casa sua.

- Trasformazione del lavoro dipendente -

P., imprenditore, voleva guadagnare un milione di euro, questa fu una sfida da parte sua perchè non credeva assolutamente che potesse essere possibile, eppure nel giro di un anno e mezzo accadde. Dopo tale manifestazione si è ricreduto e si è posto come obiettivo sei milioni di euro.

- Aumento di fatturato -

E. voleva che la figlia che viveva all'estero insieme al suo compagno tornasse a vivere nella sua città e vicino a lei, provvisto un lavoro di livello per il suo compagno e la casa dei loro sogni. Le dissi come fare e mise in pratica. Dopo 3 mesi seppi che tutto quello era manifestato.

- Uso della coscienza per altre persone -

S.  dopo nemmeno 2 settimane dopo la fine del mio corso Cambia il Tuo Futuro, con l'applicazione delle giuste tecniche imparate, ha ricevuto l' aumento di stipendio che desiderava.

- Aumento di stipendio -

Una coppia voleva cambiare casa e ne aveva addocchiata una che piaceva loro ma non era in vendita, con un paio di tecniche di uso consapevole della coscienza accadde che dopo circa tre mesi ne diventarono i proprietari, di fatti la proprietà di quello specifico appartamento cambió idea e decise di venderlo, ovviamente proponendolo a tale coppia che lo poté acquistare alla cifra che avevano deciso di pagare.

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